In questa pagina vive un mio antico progetto che ebbe inizio nel 2009 quando collaborai per qualche mese presso Radio Milan Inter.
Dovendo studiare con attenzione le dichiarazioni di noti protagonisti dello sport in generale e svolgendo, per mia passione, un’accurata lettura dei principali quotidiani italiani, sportivi e generalisti, mi imbattei in questa Verità: spesso e volentieri i titoli delle stampa riportano false dichiarazioni, frasi non dette, concetti storpiati.
E’ arcinota e indubbia la realtà che la stampa divulghi notizie storpiate con l’apparente scopo di una maggiore audience, di “fare la notizia”… Io cercai di andare ancora più in profondità indagando la parte psicologica e sociale di questa negativa tendenza… Cercai di capire il perché di questa negatività… Cercai di esprimere quale reale negatività la stampa alimentasse e diffondesse con questo atteggiamento, con questo comportamento.
Arrivai alla conclusione, o comunque all’ipotesi, che non fosse l’audience il reale obiettivo… ma che il tutto fosse in realtà privo di controllo. E’ un’esigenza del conflitto, è un attaccamento alla negatività… E’ un reale desiderio di polemica e di Male che spinge la stampa, soprattutto cartacea, a divulgare notizie storpiate, false dichiarazioni.
Confrontandomi con alcuni giornalisti capii che alcuni di loro non si rendevano realmente conto delle stesse false notizie. Per loro scrivere “vincerò” oppure “probabilmente vincerò” era la stessa cosa… I giornalisti, così come l’uomo in generale, non distinguono le sfumature della vita così come delle parole. Ed ecco che vige la regola del bianco o del nero. Una dichiarazione di un calciatore quale “Sarebbe il massimo ricevere un altro pallone d’oro” nei titoli diventava “Rivincerò il pallone d’oro”… E così via… E con il reale rischio che il lettore, leggendo magari soltanto i titoli, si facesse un’idea falsa di una persona. “Ma guarda questo presuntuoso che cosa dice…”: questa è una lecita frase dinanzi a uno che dice “rivincerò il pallone d’oro”. Ma la realtà è che lui quella frase non l’aveva detta…
Dopo 12 anni le cose non sono cambiate. E allora ho deciso di fare rivivere qui quello spazio, quella rubrica che misi in pratica in radio tanto tempo fa.
Ecco qui una registrazione di allora…
Questa pagina sarà presto arricchita di un audiopercorso, un podcast insomma, sul tema, come espressione di come l’uomo-giornalista, a quanto pare, goda in un ciclo vizioso e anche sadico dove a prevalere sono la negatività e l’assenza di sorriso, invece di una serena osservazione e accettazione della realtà.
Tra l’altro, si può fare audience anche attraverso il positivo, attraverso la realtà!