Dentro la Natura

 

Poggio, isola d’Elba_16 luglio 2016

 

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In questa piazzetta, calma e calda, non c’è niente e non succede niente. Quindi c’è Tutto e succede Tutto.

Sento il Niente e provo ad abbandonarmi al Tutto, ovvero al Niente. Mi arricchisco di questo Niente. Ne divento Ricco. Divento Ricco. Sono Ricco. Devo solo usare, sfruttare, la mia Ricchezza.

Grazie…

 

Poggio, isola d’Elba_18 luglio 2016

 

Non mi piace tutto questo. Perché così all’Illuminazione non arriverò mai. Alla piena estasi del mio Io non arriverò mai, così preso dalle cose di sorta, così stanco, così impossibilitato all’Espressione.

Voglio stare con me, Voglio Amore, Voglio Arte, Voglio non pensare, voglio godere, Voglio Sentire che sto vivendo a misura d’Uomo. Voglio il contatto e la Sensazione di leggerezza e il librarsi della mia Persona sul mondo. Voglio Volare Libero. Voglio una sensazione di Paura che mi allontani dal Pensare. La Mente mente. E io devo ascoltarla, così tanto che poi non la Sentirò più.

 

 

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Poggio, isola d’Elba_19 luglio 2016

 

Così va meglio, mi dedico alle mie cose. Inizio la giornata presto, al fresco, gioco un’ora a tennis dando lezione a uno bravo con cui mi sento che mi sto allenando. E la cosa mi piace, sentire che mi sto allenando.

Con grande calma faccio una colazione infinita al riparo dal sole presso il bel albergo Cernia, struttura che conserva un meraviglioso giardino botanico. Pratico il rituale della colazione leggendo la Gazzetta dello Sport e dedicandomi alla lettura di cose belle.

Torno a casa. Mi dedico al mio corpo, suono la chitarra, preparo un buon pranzo. Suono ancora la chitarra. Sistemo le cose in un modo più vicino a quanto vorrei.

Vado al bar presso la bella piazza del Castagneto e sorseggio il mio caffè dedicandomi al mio sito e allo scrivere mail a due care amiche.

Disegno il ritratto della vista da tale piazzetta. E ora sto scrivendo, al suono di una fontana e delle voci di una donna e di un bimbo che conversano dietro di me.

 

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E’ una pratica, è un rituale, così va meglio. Dedicandomi alla mia Anima, alle mie Cose. Lontano dal Superfluo. Vicino al Positivo, lontano dal Negativo.

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Ho raggiunto il Silenzio, quasi.

Più che altro, ho raggiunto la Pace dei Sensi. Svuotamento della tensione. Totale o quasi capacità di Stare. Sarei Stato lì per Sempre. Sarei Stato, indisturbato, in Osservazione. In Accettazione. Senza Desiderio, se non quello di Stare.

Vi sono Arrivato poco fa, la giornata è perfetta fino ad ora. E poco fa arrivavo dalla Pratica della Montagna. Dentro la Natura.

Ho Risalito un Sentiero che di solito Ridiscendo. Dopo qualche minuto, vedo fuori Sentiero una zona di quelle che mi piacciono. Una zona attraversabile, scalabile ma fuori dal Sentiero. Pericolosa per quasi tutti. Anche per me. Ho Paura di Entrarci e Viverla, per via di eventuali serpenti, oltre che per la pericolosità del tratto in sé: rocce anche ripide e piante che ostacolano il percorso.

Sento due voci: la prima mi invita ad Entrarci, invitandomi a godere di questa Paura, invitandomi a fare l’Impresa entrando in quel tratto e uscendovi vivo e vincitore, l’altra voce mi invita a non seguire questo istinto e ad allenarmi nel sentiero in forma lineare e prudente senza rischiare di farmi male o di morire.

Decido, senza pensarci troppo, di non pensarci troppo e di seguire il mio istinto, memore anche del fatto che in passato  decisi per la prudenza e me ne pentii.

Decido di affrontare la paura anche perché trovo meraviglioso affrontarla quando è vivida e non magari un’altra volta, un altro giorno, quando magari la stessa paura di percorrere quel tratto naturale sarà scesa.

Entro con parziale Decisione. Sento la Paura dei Serpenti. Ogni Passo, ogni Toccare con mano, mi terrorizza all’idea di calpestarne o incontrarne uno.

Mi graffio per via delle Piante e con decisione arrivo a un piccolo Spazio libero da Piante Taglienti. Sto. E come spesso mi capita dentro la Natura, mi eccito e desidero Occuparmi del mio Corpo. Ci provo ma non riesco a completare questa Pratica.

Esco con decisione da questo Spazio, non senza Difficoltà fisica. La Paura dei Serpenti intanto è scesa, così come ogni altra Paura che si voglia affrontare.

Sono Fuori, ma dentro al Sentiero.

Subito scopro ai lati del Sentiero un tratto in mezzo al Bosco che sento di volere affrontare. E’ difficile, arduo, dato che è pieno di alberi e il tratto è in, relativamente, ripida discesa.

Adoro l’idea di non seguire i sentieri, ma di Seguire la Natura. Ergo mi viene il coraggio di attraversare questo nuovo tratto selvatico, con l’intuizione e la speranza che dopo qualche decina di metri mi sarei ricollegato a un Sentiero che so essere non molto lontano.

Vado! Lo attraverso, il tratto, e senza grandi difficoltà fisiche e morali, trovo quel sentiero.

Mi sento soddisfatto per oggi riguardo all’affrontare la Paura, riguardo alla Pratica del fare Cose che so di potere fare anche se sento la Paura.

Dentro di me decido dunque di rimanere nel Sentiero tracciato dall’uomo. Lo percorro in Salita in velocità, quasi al massimo della velocità volendo così allenare le gambe e allo stesso tempo calmare i pensieri, le voci, la Mente.

Sento la Fatica al punto, dopo qualche minuto, di fermarmi per evitare di farmi male ed infiammare i muscoli.

Sto qualche secondo a riposare le gambe, per poi iniziare la discesa. Ed è qui che arrivo forse alla cosa più interessante della Pratica montana di oggi.

Scendo con attenzione e velocità. So che è pericoloso, dato che basta sbagliare un appoggio, basta appoggiarsi con poca decisione che in un attimo posso cadere e magari fratturarmi qualcosa.

Gradualmente sento la Sicurezza, sento anche che la Mente è più Libera rispetto ad altre Discese. Non di molto, ma quanto basta per potere dire che è più Libera.

Voglio appoggiare rapidissimamente i piedi su dei punti precisi (sassi, rocce, spazi di terra) ma senza scaricare su di essi tutto il peso del mio corpo e neanche tutto il peso dei miei piedi. In pratica, Danzo, mi libro sulle rocce appoggiandomi solo per un istante per terra e allo stesso tempo mi muovo verso valle a velocità veramente elevata. A volte accelero l’appoggiare dei piedi in discesa per migliorare la mia capacità di coordinazione, reattività, velocità.

La Mente torna a parlare con messaggi quali: “Stai scendendo”, “E’ pericoloso”, “La mente sta lavorando”… e mille altri messaggi.

Io cerco di rimanere rilassato nelle gambe, nei piedi e provo a isolare le ginocchia, provo a non utilizzarle dato che sento che mi fanno un po’ male. Ma forse è solo Paura. In ogni caso riesco a focalizzarmi sui piedi e ad appoggiarli così dolcemente  e velocemente che non utilizzo quasi le ginocchia nonostante io stia ridiscendendo un monte con passi che hanno un dislivello anche di 50 cm.

Proseguo così. Avverto e so che la Discesa è quasi finita.

Avverto che a volte in passato mi è capitato di rischiare di cadere proprio negli ultimi metri di una discesa: sarà per un calo di attenzione? Sarà perché alla fine la Mente torna a parlare e dunque a Mentire? L’istinto mi porta a scendere Rapido lo stesso. Un’altra voce mi porta a rallentare dato che quando comincio a pensare di più è più facile che sia teso e dunque è più facile sbagliare e dunque farmi male.

Cerco di gestire queste Cose, rallentando quando il Pensiero sale e velocizzando quando il Pensiero scende.

Giungo alla Fine sentendo la medesima sensazione di prima alle ginocchia, un leggero dolore. So che non è Nulla, è affaticamento.

Faccio un po’ di strecthing per distendere le gambe. Dato che spesso mi capita di fare strecthing in quella piccola piazzetta, ho la sensazione (che so essere falsa) che una persona mi guardi dall’alto di una casa e pensi a una cosa del genere: “Eccolo, quello che fa streching sempre qui”.

Ho la sensazione (che so essere falsa) che questa persona mi veda ogni volta che vengo qui a fare stretching. C’è lei e solo lei e so che questa mia certezza è falsa.

Me ne vado, fiero e a testa alta tra i vicoli del bel Paesino… fino a che giungo dinanzi a casa mia e raggiungo la Pace dei Sensi e inizio a Stare e a voler Stare per sempre.

 

Poggio, isola d’Elba_23 luglio 2016

 

Mi sento estremamente diverso, mi sento diverso da tutti. Vedo gli altri pressoché tutti uguali ed io diverso da tutti. Da sempre è così ed è una Sensazione, un Pensiero, continuo, Ossessivo, che mi prende molto delle mie Energie.

L’altro giorno salgo su per la Montagna. Arrivo da un non ottimo e soddisfacente pranzo e dunque non mi sento Nutrito. Non ho molte forze. Nonostante questo affronto la Salita con convinzione e Rapidità pura facendo più fatica del Solito.

Sento le gambe lente, più pesanti.

Una voce mi dice: “E’ ora che vengono fuori gli Eroi, non quando ti è tutto più Semplice”.

Ci metto quasi tutto me stesso nel Risalire il Monte il più velocemente Possibile. Provo a velocizzare i piedi, memore della discesa meravigliosa dell’altro giorno: ci riesco ma sento di non stare dando tutto. Sento i muscoli al limite dello Sforzo e continuo, cercando di capire se le gambe non vanno per una questione fisica o psicologica.

Non ce la faccio più, ma sento che posso andare ancora Oltre. A un certo punto mi fermo, ma mi dico: “Puoi fare di più”. E forse qui sta il mio problema così come la mia forza. Voglio di più da me stesso anche quando forse, e sottolineo Forse, non mi è Possibile.

Arrivo al Punto della Montagna in cui mi piace stare. Mi spoglio e mi dedico al mio Corpo.

Dico “Grazie” diverse volte al Sole, pensando all’Energia che ci dà o a qualcosa di Simile.

Sarei forse Stato per Sempre lì, di fronte al Sole, impassibile, a Stare. Avverto la volontà di Stare. Sto, in piedi.

Decido di Andarmene e decido di Ridiscendere la Montagna senza velocità, senza sfide con me stesso.

La Sera ebbi le gambe stanche, per tutta la Sera avvertivo la difficoltà a Rimanere in Piedi.

Guardai un film Meraviglioso, me lo godetti.

L’indomani mattino giocai a tennis, iniziando a fatica data la stanchezza accumulata. Giocai bene.

Fu però un giorno negativo. Terminata la Pratica Tennistica, la fatica, la stanchezza, salirono e poi per tutto il giorno combattei il mal di testa.

Morale: non mi piace quando il mio corpo è distrutto in forma negativa al punto che io sto male, non mi piace non gestire al meglio le mie energie, è scorretto fare prove fisiche  intense quando dopo poche ore ho in programma la Pratica del Tennis.

E’ Meravigliosa la stanchezza positiva, la Stanchezza Sostenibile, quella dovuta ad una Pratica Quotidiana e Costante.

Non mi piace interrompere la Pratica perché ho bisogno di recuperare per via di una scorretta gestione delle forze. E’ un ciclo rituale che si interrompe e, chissà, non a caso ieri e oggi sto peggio anche Dentro e la mente continua a mentire parlando, parlando, parlando.

 

Poggio, isola d’Elba, 24 luglio 2016

Riprendo la Pratica dell’allenamento, nella forma della corsa. Mi sento Libero di impegnarmi fisicamente, dopo che ieri mi sono Risposato.

Durante la corsa per la strada asfaltata e tra gli alberi sento che è quella la mia dimensione. Io sto bene se Pratico, se mi scarico, se faccio le cose che so mi fanno stare bene.

Mille i pensieri durante la corsa. Col fine di porre Fine ad essi, li Ascolto, li Accetto… e in effetti così li sento di meno anche se non smettono di pulsare.

Appreno della notizia della morte di un conoscente, e rispondo così all’amico che mi ha avvisato: “Con l’addio di Biagio si chiude un’epoca… E si apre un’altra… Ognuno è padrone del proprio destino… Grazie caro Branzo, ti voglio bene…”.

 

Marciana Marina, isola d’Elba, 31 luglio 2016

Solo, sono sempre solo. Non parlo quasi con nessuno. E qui davanti un ragazzo in cui ho sempre visto quella parte leggera e spensierata che avrei voluto.

Ma ora mi rassegno. Sono così, da solo.

Vado avanti da solo, tristemente. Ohhh come è triste…

Ma vado avanti da solo, sono così… Solo.

Devo solo cercare di non pensare.

Questo ragazzo qui di fronte parla sempre, e velocemente. Parla veloce tanto quanto io scrivo.

 

Poggio, isola d’Elba, 1 agosto 2016

Pura Estate, direi.

Sto relativamente Meglio, dai.

La stanchezza dopo l’allenamento di ieri e la suonata di ieri mi abbassa come sempre l’intensità, il pulsare, dei Pensieri. E dunque è forse una questione di Non Pensare. Se Non Penso, mi Sento più Libero forse.

Ho un mese di fronte, un mese di Elba.

Tutti mi dicono Beato te, Bella Vita.

Fermo restando la superficialità di questi commenti, deco coglierne il Positivo: è Potenzialmente una FIGATA Stare qui un mese.

Stacci e torna a Milano da Vincitore!!!

Bella Serata ieri, forse aiutata dalla Stanchezza lenitiva e dalla Compagnia di persone con cui mi sentivo a mio agio.

E’ proprio l’equilibrio tra lo Stare con me e lo Stare con le persone Giuste la Strada che probabilmente devo percorrere per stare sereno e stare bene.

Totale dedizione alle mie Cose, quando ne ho la possibilità. E totale dedizione al Contatto, quando sono in compagnia di persone Giuste.

Calma, e farai tutto. Anche Sesso, anche l’Amore.

Tutto va, tutto torna.

Dai la tua Energia, dai Tutto. E ti tornerà indietro… Ne sono Convinto.

Rispetta e sarai Rispettato.

Fatti Rispettare e sarai Rispettato da chi non ti rispettava.

Vento, vento fresco attorno a me. Lenitivo, adoro il vento, così presente così invisibile.

Non trovare belle parole, né rime… La Poesia è… anche senza belle parole né rime. La Poesia non ha bisogno di parole.

 

Poggio, isola d’Elba, 3 agosto 2016

Non c’è bisogno di dire niente.

 

Poggio, isola d’Elba, 4 agosto 2016

Continuo a Sentire un Richiamo, un Richiamo a fare un qualcosa che va Oltre. Come se se non lo facessi, non potrei mai essere felice, sereno.

Ora questo richiamo mi dice: “Vai sulla montagna e stacci tutta la Notte. E torna domattina”. Come una sorta di Prova, il riuscire a passare una notte lassù da Solo. Anche non necessariamente da solo. Forse mi basterebbe anche in compagnia.

 

Poggio, isola d’Elba, 5 agosto 2016

Iniziare la giornata a contatto con l’Anima avverto che è una cosa Interessante. Buono.

 


Il Vento… Il suono delle foglie… L’indiscreta voce di una femmina.

Sono stanco, fisicamente. Nelle gambe soprattutto. Ci sata. Giungo da un intenso allenamento tennistico di relazione col muro.

Oggi non sento Evoluzione, non Sento Leggerezza, Sento le mille cose che voglio fare ma mi Sento come se non facessi Niente. Mi sento Fermo. Mi Sembra una giornata Inutile, infruttuosa.

Mi Sento Legato a Internet, al cellulare. Non vedo evoluzione in questo Senso.

Con le donne, Siamo Sempre lì.

Nel mio Percorso di Pratiche, vedo e sento un Rallentamento.

Così non va.

O devo fare di più, dare di più.

O devo Accettare questa Insoddisfazione… e forse questo sarebbe la più grande Evoluzione che potrei fare.

 

Poggio, isola d’Elba, 7 agosto 2016

Avverto l’esigenza di mettere in pratica la Pratica.

In Ogni gesto, in ogni movimento, voglio Praticare. Voglio Imparare a Relazionarmi con la Terra.

Voglio Danzare attraverso ogni Movimento, attraverso ogni Spostamento, attraverso ogni Gesto.

Voglio che il Gesto sia un Tramite verso l’Evoluzione e l’Illuminazione, voglio che in Ogni mio Gesto si veda l’Illuminazione e senta l’Illuminazione.

 

Poggio, 12 agosto 2016

Sono entrato nel Bosco. Stavolta proprio Dentro.

Ci sono andato per provare ad accendere il fuoco senza l’ausilio di cose artigianali: solo con le cose della Natura.

Ho anche la Spinta ad entrare ancora di più nel Bosco, lontano dai sentieri artificiali.

Mi trovo lungo un sentiero. Di fianco una lunga parete montagnosa, classica delle Prealpi, dove si possono trovare i funghi.

I pensieri vanno a mille. Tra i diversi, è più forte quello inerente i serpenti. Ogni sguardo, ogni passo, è finalizzato a controllare questa cosa, questa Paura.

Non sto bene. Troppi pensieri. E Sento dentro che la Vita così è una merda e in queste condizioni allora è meglio rischiarla e seguire un’idea, un “sogno”, un desiderio.

Anche mosso da questo, Entro con decisione nel Bosco inoltrato uscendo così dal sentiero artificiale. Qui so possono esserci i serpenti.

Continuo a scalare, è molto ripido.

Vedo una sorta di “Fine” lassù, mi inerpico tra i rovi, anche tagliandomi.

Scopro che la Fine non è la Fine. Vedo la luce del Sole, una zona rocciosa e piena di arbusti baciata dal Sole e priva di alberi… Una sorta di piccolo spiazzo dal quale poi inizia una nuova salita…

Alla luce mi dedico al mio corpo…

Nonostante sia giunto in una zona dove le persone normali non andrebbero, non sono soddisfatto e sento che vorrei andare Oltre ancora. Ma credo che in quel Momento ho avuto una intuizione. Questo mio intento di mettermi alla Prova, di fare cose di cui ho paura etc… non mi porterà alla Serenità. E’ una Sorta di non accettazione, di non essere mai soddisfatto. E so che quasi qualunque limite lo saprei superare.